Ci sono molte teorie sulle cause degli infortuni nella corsa ma se volete evitare ad ogni costo di farvi male… evitate di correre! Correre e’ infatti la sola ed unica causa necessaria di ogni infortunio legato alla corsa.
Ma, se proprio non ne volete sapere di smettere, quali sono gli altri fattori responsabili degli stop forzati dagli allenamenti con conseguenti deficit endorfinici e successive crisi intra/extra coniugali?
Ci sono grandi differenze tra quello che i podisti pensano e quello che invece succede realmente.
In un recente studio del 2014 – What do recreational runner think about risk factors for running injuries? a descriptive study of their beliefs and opinions — i runners interrogati su quali fossero secondo loro le principali cause degli infortuni hanno risposto:
– fattori estrinseci: mancanza di stretching, eccessivo allenamento, scorretto riscaldamento, mancanza di forza, scarpe sbagliate.
– Fattori intrinseci: non rispettare i propri limiti, appoggio scorretto (esempio pronazione)
Varie ricerche dimostrano invece che una eccessiva pronazione nell’appoggio non è correlata con un aumento degli infortuni. La pronazione del piede è essenziale nella fase di appoggio per assorbire l’impatto con il terreno.
Non esistono studi che dimostrino che scarpe con correzione dell’appoggio servano a prevenire infortuni. In compenso alla fedeltà a “un paio sole di scarpe sino a quando non le sfondo” è preferibile una sorta di “poligamia” di scarpe.
Variando le calzature nei diversi allenamenti si evita infatti che tutte le strutture tendinee e articolari siano sempre stressate dalle medesime forze di carico.
Non c’è alcuna prova che fare stretching prima o dopo la corsa aiuti ad evitare lesioni muscolari o tendiniti. Ci sono infatti alcune evidenze che dimostrano che un adeguato riscaldamento può ridurre gli infortuni in alcuni sport, ma non nella corsa…
E chi sono quindi i veri colpevoli dei deficit endorfinici da astinenza da corsa?
Più del 60% degli infortuni è dovuto ad errori negli allenamenti.
Gli errori nell’allenamento rivestono un ruolo fondamentale. Attenzione in particolare agli incrementi eccessivi del chilometraggio totale settimanale, alla qualità dei lavori e alla scelta della tipologia di tracciato.
Un body mass index superiore a 25 ed un precedente infortunio sono gli altri due sospettati.
Aver già riportato un infortunio soprattutto negli ultimi 12 mesi espone infatti il sistema muscolo scheletrico del podista ad una condizione di maggiore fragilità.
Un elevato body mass index correlato a precedenti infortuni riduce la capacita’ di sopportazione chilometrica del corpo.
Svolgere un lavoro di rinforzo e condizionamento potrà aiutare a migliorare le capacità delle proprie articolazioni di vincere carichi crescenti.
Renzo Raimondi
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