ReseBlog. Skyrunner non si nasce…

Un runner che si rispetti non si accontenta mai… e allora eccolo che si lascia travolgere dal suggestivo fascino di una sky race! Per questo motivo, in competizioni come la ResegUp, troviamo moltissimi atleti con alle spalle varie gare su strada, come 10k, mezze maratone e maratone.

Ben vengano le nuove sfide, senza però ignorare che il passo dalla strada alla montagna è tutt’altro che breve e scontato.
Correre su sentieri montani è infatti ben diverso che correre su asfalto o in pista. Dislivelli altimetrici, terreni sempre diversi, tempi di percorrenza dilatati e tecnicità dei percorsi: tutti elementi che differenziano in modo significativo una skyrace da una competizione su strada e che devono essere tenuti in debita considerazione per svolgere un’adeguata preparazione, che riduca al minimo il rischio di traumi ed infortuni.

Detto questo cerchiamo ora di capire come va costruita una gara di trail. Poiché sempre di corsa si tratta, è fondamentale in primo luogo sviluppare una buona capacità aerobica e disporre di un VO2 Max il più elevato possibile, alternando sempre sessioni di corsa lenta, ripetute, medi e di potenziamento della soglia anaerobica. Un allenamento monotono e ripetitivo non porta miglioramenti significativi nelle prestazioni e genera facilmente noia e stanchezza mentale.

Occorre sviluppare una ottima solidità muscolare, necessaria per affrontare i tratti in discesa, contenendone gli effetti traumatici. A tal fine, nel programma di allenamento andrebbero inserite sedute di discesa che consentano alla muscolatura di abituarsi in modo progressivo allo sforzo, lavori specifici di rinforzo da eseguire in palestra o in bici, ripetute in salita.

Per evitare traumi e distorsioni di caviglia è poi indispensabile un buon lavoro propriocettivo che consenta ai piedi dello skyrunner di conoscere i diversi tipi di terreno con i quali verranno a contatto durante la gara.
Poiché una skyrace ha spesso una durata che eccede le due o le tre ore, è necessario inserire allenamenti di durata crescente che consentano di correre – e mantenersi lucidi! – per l’intera durata della competizione.
Infine è sempre consigliabile alternare la corsa con altri sport come il nuoto o la bicicletta. Variando le attività si possono mantenere volumi di allenamento elevati, riducendo in modo significativo gli impatti e le probabilità di infortuni da sovraccarico.

Dott.Renzo Raimondi
Fisioterapista e osteopata – Tecnico FIDAL
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